La rappresentazione della conoscenza: l’idea di scienza moderna

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L’idea di scienza moderna
I paradigmi relativi al concetto moderno di scienza vedono la luce con la rivoluzione scientifica rinascimentale, che attribuì un peso rilevante all’aspetto empirico e ne rivalutò le finalità pratiche, fino ad allora non solo accantonate ma sostanzialmente disprezzate!

Con Rivoluzione scientifica si fa riferimento alla fase di straordinario sviluppo della scienza che abbraccia il periodo compreso tra la data di pubblicazione del capolavoro di Copernico Le rivoluzioni degli astri celesti (1543) e quella dell’opera di Isaac Newton I principi matematici della filosofia naturale (1687).

F. Bacon (1561-1626) propose la via dell’induzione per cogliere la conoscenza delle essenze che, a partire da esperienze di senso comune, non potevano derivarsi dalla semplice astrazione intellettuale, bensì da procedimenti di comparazione con casi simili e di eliminazione (anche di pregiudizi, o idola, causati da condizionamenti di vario genere).

Per G. Galilei (1564-1642) la conoscenza della natura non aveva l’obiettivo di comprendere le sue intime essenze ma soltanto di comprendere e descrivere alcune sue proprietà. Le cause, inoltre, erano considerate solo se strettamente
necessarie ai fini della comprensione dei fenomeni con l’esclusione di cause finali od occulte.

Si raffinò, in questo contesto, il senso dell’osservazione che isola dall’esperienza comune gli aspetti descrivibili matematicamente e permette la formulazione induttiva delle ipotesi. Queste, attraverso un processo di deduzioni matematiche, conducono ad alcune conseguenze, da sottoporre a verifiche empiriche, che se confermate contribuiscono a consacrare una determinata ipotesi in termini di legge fisica.

Il metodo scientifico sperimentale

Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e
condivisibile.

Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l’osservazione e l’esperimento; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell’esperimento.

Con Galileo Galilei, il primo a introdurre formalmente il metodo scientifico, si ha una serie di criteri ancora oggi validi: secondo lo scienziato pisano il libro della natura è scritto secondo leggi matematiche e per poterle capire è necessario eseguire esperimenti e applicare un calcolo quantitativo.

  • Il problema del riduzionismo

Il concetto di esperimento

Nasce così il concetto di esperimento, da realizzare in condizioni in cui figurano solo (possibilmente) i fattori considerati dall’ipotesi, come domanda artificiale posta alla Natura e la cui risposta va confrontata con la risposta logicamente implicata. La spiegazione dei concetti scientifici allora, avvalendosi di strumenti di osservazione adattati per rilevare solo i caratteri desiderati, assume la forma della costruzione di una macchina ideale, capace di riprodurre l’andamento del fenomeno con un carattere oggettivo, sebbene i suoi aspetti siano concepiti dall’intelletto. Queste innovazioni vennero peraltro elaborate consapevolmente, conducendo ad una trattazione generale del metodo scientifico, concepito come insieme di regole per raggiungere una conoscenza senza errori. Esso venne elaborato ed applicato in vari campi: fisica, biologia, chimica.

– Ipotesi
– Controllo sperimentale dell’ipotesi
– Possibilità di valutazione esterna della procedura sperimentale (confutazione o validazione dei risultati sperimentali)

Caratteristiche della nuova mentalità scientifica

L’oggetto della ricerca è un insieme di leggi completamente riferite al solo mondo fisico

  • La scienza opera una separazione di certi aspetti del reale dalla totalità di esso (l’essere della metafisica)
  • Le leggi cercate sono concepite come uniformi nello spazio e costanti nel tempo (vi è comunque un perdurare del concetto di ordine immutabile stabilito dal Creatore)
  • Inevitabile riduzionismo

La scoperta e l’elaborazione di queste leggi naturali si fonda essenzialmente sull’esperienza sensibile

  • Solo l’esperienza dei sensi fornisce il punto di partenza e il criterio di validità di una teoria.
  • Carattere empirico e sperimentale della nuova scienza.

Le leggi naturali sono di tipo meccanico, e dunque sono esprimibili in termini geometrico-matematici

  • Sono del tutto conoscibili da parte della ragione umana.
  • Si riferiscono agli aspetti quantitativi, cioè misurabili (seconda separazione della parte dal tutto)
  • Definiscono rapporti di tipo causale tra i fenomeni naturali, escludendo riferimenti metafisici (riduzione delle quattro cause a una, la causa efficiente ed eliminazione di qualunque finalismo)

Il nuovo sapere scientifico aspira ad avere carattere pubblico e cumulativo

  • La scienza deve essere un patrimonio comune, intersoggettivo e cumulativo, passibile di sviluppi e arricchimenti attraverso contributi successivi, passibile di verifica (verificazione/falsificazione)

La scienza, pur essendo di per sé un sapere “oggettivo” e “neutrale”, possiede anche e soprattutto applicazione pratica

  • Giunge a compimento la concezione rinascimentale dell’uomo come protagonista e centro della realtà naturale e il progetto di “potenza umana” sui fenomeni fisici
  • Conoscere la realtà, infatti, significa non solo poter osservare e comprendere i fenomeni, ma anche poterli prevedere e, con l’aiuto della tecnica, poterli modificare
  • Conoscere il mondo è, infatti, la premessa per poterlo modificare a vantaggio dell’umanità.

 

Scienza e potere

  • Si pone il problema di come utilizzare la conoscenza

Dal riduzionismo all’esclusivismo

  • La pretesa di ridurre a “quantità” tutta la realtà

Esiti epistemologici della rivoluzione scientifica

IL MECCANICISMO:

si possono conoscere soltanto i corpi e i loro movimenti;
la realtà si spiega attraverso l’individuazione di cause/effetti di tipo meccanico
L’EMPIRISMO (empeirìa=esperienza):

l’esperienza è l’unica fonte di conoscenza e il metodo sperimentale l’unico metodo di verifica;
non esistono idee innate (contro il razionalismo)

IL MATERIALISMO:

esistono solo sostanze corporee

L’ILLUMINISMO:

la luce della ragione contro i pregiudizi della falsa conoscenza

IL POSITIVISMO:

Fiducia nel progresso scientifico e nel tentativo di applicare il metodo scientifico a tutte le sfere della conoscenza e della vita umana.

LO SCIENTISMO:

La conoscenza scientifica fondamento di tutte le conoscenze, anche in campo etico e politico (con derive assolutistiche).

Rinascimento, naturalismo e scienza

Quando si parla di Rinascimento si vuole sottolineare la rinascita dell’uomo nel mondo:

  • il rapporto col mondo è riconosciuto parte integrante, costitutiva dell’uomo;
  • l’uomo comprende se stesso come parte del mondo, si distingue da esso per rivendicare la propria originalità, ma nello stesso tempo si radica in esso e lo riconosce come il proprio dominio.
  • L’indagine naturale (magia, filosofia naturale, scienza) appare come lo strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani nel mondo, giacché solo dall’indagine naturale l’uomo può desumere i mezzi di tale realizzazione.
  • naturalismo del Rinascimento. Con essa, la riduzione naturalistica viene condotta al suo punto estremo: la natura non ha niente a che fare con l’uomo, né con l’anima né con la vita; è un insieme di cose, che si muovono meccanicamente; e le leggi che regolano il meccanismo sono quelle della matematica.
  • La scienza riduce la natura a pura oggettività misurabile, la stacca dall’uomo e la rende estranea alla sua costituzione e ai suoi interessi, e solo così la apre veramente al suo dominio e ne fa il regnum hominis.

Il Meccanicismo

  • A partire dalle opere di I. Newton (1642-1727), la costituzione della scienza sperimentale portò al tentativo di unificazione di grandi classi di fenomeni e allo sviluppo della Meccanica come scienza capace di unificare tutte le scienze.
  • L’universo era concepito dogmaticamente, come un insieme di meccanismi regolati uniformemente da alcune leggi generali, ovvero le leggi del movimento dei corpi, imposte dal creatore della natura.
  • Dal pensiero di Galileo e di Newton derivò, pertanto, una metafisica meccanicistica.
  • L’universo è una macchina che risponde a precise leggi matematiche, conoscendo esattamente il suo stato presente è possibile calcolare ogni suo stato futuro sulla sola base di queste leggi.
  • L’universo è come un “grande orologio” in cui “l’orologiaio” (almeno nella prima formulazione del meccanicismo) è Dio.
  • Ma l’ambizione del meccanicismo moderno è fare della scienza stessa un ‘orologiaio’ se non divino senz’altro abbastanza potente da controllare e sottomettere la natura prossima, quella che entra nel campo diretto dei suoi interessi.
  • Le scienze umane (psicologia, demografia, antropologia etc.) approfondiscono questo disegno. Il meccanicismo, nato nella fisica, si volge all’indietro per includere anche il soggetto che lo sta utilizzando, ovvero l’uomo. Stante il rapporto soggetto oggetto (che è il modello gnoseologico del meccanicismo) l’inclusione dell’uomo nell’ambito del ‘‘calcolabile’’ allarga il meccanicismo all’intero Universo.
  • Tra le formulazioni più celebri del meccanicismo vi sono quelle di Cartesio (1596-1650): la sua res extensa, distinta dalla spirituale res cogitans, è caratterizzata da un meccanicismo deterministico assoluto, che riguarda non solo la materia inanimata, ma anche gli animali diversi dall’uomo, visti da Descartes come pure macchine.
  • Non solo l’universo fisico, quindi, ma anche le piante e gli animali e lo stesso corpo umano sono macchine. Per spiegare la vita dei corpi organici non c’è bisogno di ammettere l’esistenza dell’anima, ma solo le stesse forze meccaniche che agiscono nel resto dell’universo.

Cartesio vede una conferma del carattere puramente meccanico dell’organismo umano nella circolazione del sangue, studiata e descritta da W. Harvey.

La dimostrazione della circolazione sanguigna

  • Nel pensiero classico si riteneva che il sangue, generato dal fegato, fosse trasportato nella vena cava del ventricolo destro, dal quale veniva distribuito a tutto il corpo per mezzo delle vene, mentre alle arterie si attribuiva il compito di contenere l’aria che proveniva dai polmoni.
  • Il sangue era uno degli umori, tanto che l’emorragia veniva valutata come una semplice perdita di un umore.
  • Il dato fondamentale è che, prima di Harvey, nessuno dimostrò la circolazione del sangue.
  • La descrizione e, quindi, la dimostrazione della circolazione del sangue avvenne nel 1628 ad opera di William Harvey.

William Harvey (1578–1657)

  • Egli misurò con buona approssimazione la quantità di sangue che fuoriesce dal ventricolo sinistro e quella che rientra nell’atrio destro.
  • La vera rivoluzione operata da Harvey, è quindi di tipo epistemologico: egli applica alla medicina il concetto di misura, fino ad allora esclusivo delle scienze fisiche.
  • Inoltre, in opposizione alla dottrina epatocentrica, fa del sangue il tessuto primario dello sviluppo embriologico e assegna al movimento cardio-circolatorio il compito di mantenere l’unità e l’integrità del corpo adulto.
  • Nel 1628 pubblica la Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animali bus

Riduzionismo, empirismo e impossibilità della “conoscenza etica”
David Hume (1711-1776)
In ogni sistema di morale in cui finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l’autore per un po’ ragiona nel modo più consueto e afferma l’esistenza di Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi, tutto a un tratto, scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule ‘è’ e ‘non è’ [is or is not] incontro solo delle proposizioni che sono collegate con un ‘deve’ o un ‘non deve’ [ought, or anought not]; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi ‘deve’ e ‘non deve’ esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è necessario che siano osservati e spiegati… ma poiché gli Autori non seguono abitualmente questa precauzione, mi permetto di raccomandarla ai lettori, e sono convinto che un minimo di attenzione a questo riguardo rovescerà tutti i comuni sistemi di morale e ci farà capire che la distinzione tra il vizio e la virtù non si fonda semplicemente sulle relazioni tra gli oggetti e non viene percepita mediante la ragione
D. HUME, Trattato sulla natura umana (1739), Laterza, Bari 1971, parte III, sezione I, I.

Il non-cognitivismo etico

George Edward Moore (1873-1958)
“Se mi si chiede “Che cos’è il bene?”, la mia risposta è che il bene è bene, e null’altro. O se mi si domanda “Come si può definire il bene?”, la mia risposta è che esso non si può definire […] Ciò che io sostengo è che “buono” è una nozione semplice, proprio com’è una nozione semplice “giallo”; e che, come non c’è alcun mezzo di spiegare a qualcuno che già non lo sappia che cosa sia il giallo, così non c’è modo di spiegargli che cosa sia il bene. […]”

Moore G.E., Principia Ethica (1903), Milano: Bompiani, 1964, Cap. V, § 99.

  • La “legge di Hume” e la fallacia naturalistica: non è legittimo ricavare una norma (e quindi un imperativo, un dover essere) da un fatto.
  • Empirismo e neoempirismo: soltanto gli enunciati descrittivi (e non quelli prescrittivi) possono essere veri o falsi.
  • I fatti sono conoscibili, descrivibili con il verbo all’indicativo (is) e sono dimostrabili scientificamente (verificazione – falsificazione);
  • i valori e le norme morali sono semplicemente presupposti e danno luogo a giudizi prescrittivi (ought) indimostrabili

– non è possibile dedurre direttamente dalla descrizione dei fatti empirici delle norme morali

– indebito il passaggio dal “IS” al “OUGHT”, dal ”essere” al “dover essere”)

  • Negazione della metafisica

Un accenno al Positivismo

  • Il Positivismo si configura un movimento filosofico e culturale, nato nella prima metà dell’800 in Francia, ed ispirato ad alcune idee guida fondamentali riferite in genere all’esaltazione del progresso e del metodo scientifico.
  • ll termine “Positivismo” (dal latino positum) si riferisce ciò che è posto, fondato, che ha le sue basi nella realtà dei fatti concreti:

– ciò che è reale, concreto, sperimentale, contrapponendosi a ciò che è astratto;

– ciò che è utile, efficace, produttivo in opposizione a ciò che è inutile.

  • Si propone una esaltazione della scienza vista in contrapposizione alla metafisica: il metodo scientifico avrebbe dovuto sostituire la metafisica nella storia del pensiero.

– Positivismo evoluzionista a partire da C. Darwin (1809-1882) e H. Spencer (1820-1903)

Pubblicato da korraton

Laureato Magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche presso l'università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

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